Benzina e gasolio in autostrada costano di più: i motivi?
L’estate è ormai terminata, e come ogni anno sono stati numerosi coloro che hanno scelto di recarsi in auto nei luoghi di vacanza.
Benzina e diesel in autostrada: i costi maggiorati, dipendono dalle assegnazioni
La risposta rispetto al sovrapprezzo che riguarda l’approvvigionamento del carburante in autostrada, si può individuare in maniera piuttosto intuitiva: uno dei motivi principali, è legato alle assegnazioni.
Con questo termine, ci riferiamo al fatto che sulla rete autostradale i distributori sono assegnati sulla base di bandi nazionali, regolati dal Ministero delle Infrastrutture.
Per semplificare, l’azienda che offre di più si aggiudica la stazione di servizio, e poi si vede costretta a pagare al concessionario autostradale un affitto dell’area, i cui costi penderanno direttamente sulle tasche degli automobilisti. Attualmente, il valore incassato dal gestore autostradale per ogni litro di carburante venduto, è di 0,08 euro al litro.
Un “fattore nascosto”: l’alta presenza di distributori
Se le royalties sono il fattore principale che determina il prezzo più alto del carburante in autostrada, va detto anche che a contribuire a questo fenomeno c’è un fattore che in pochi considerano: l’alta densità di stazioni di servizio nelle autostrade italiane.
Si tratta di una peculiarità che rappresenta indubbiamente una comodità per gli automobilisti, che non riscontreranno grosse difficoltà nel fare rifornimento, ma è altrettanto vero che più stazioni di servizio significano anche una minor quantità di carburante venduto per ciascuna stazione (si parla del 60% in meno rispetto all’estero), con la conseguente necessità di alzare i prezzi per sostenere i costi d’affitto delle aree.
Il carburante in autostrada costa di più, ma quanto?
Il risultato di quanto appena espresso, si riassume in un aumento dei costi che può arrivare anche al 30% rispetto ai tratti non autostradali, nonostante sia comunque necessario operare una distinzione tra le pompe self-service e quelle che mostrano l’insegna “servito”.
Se consideriamo un prezzo medio (aggiornato a fine luglio 2024) di 1,865 euro per la benzina e 1,711 euro per il diesel, in autostrada - nella modalità self service - i prezzi medi per gli stessi carburanti sono di 1,948 e 1,847 euro al litro.
Cosa determina la fluttuazione dei prezzi del carburante?
Dopo aver trattato l’argomento cardine di questo articolo, ovvero il costo superiore del carburante in autostrada, è opportuno operare una digressione per comprendere da cosa dipenda la fluttuazione dei prezzi di benzina e diesel che, sempre, ci capita di riscontrare durante l’anno.
Quest’ultima, essenzialmente, è legata alle condizioni di mercato: quando la domanda di carburante è elevata, ad esempio nel periodo estivo appena concluso, in caso di scarse scorte di greggio le raffinerie potrebbero essere costrette a pagare un sovrapprezzo per ottenere le materie prime. Quest’ultimo, ovviamente, andrebbe ad incidere sul costo finale del rifornimento.
Un altro fenomeno, più complesso perché legato a fattori economici correlati a titoli finanziari, è l’hedging. Si tratta di una tecnica d’investimento, operata da produttori di petrolio e gas, per mettersi al riparo dalle fluttuazioni dei prezzi.
Fondamentalmente, gli investitori “scommettono” sulla salita del prezzo nel futuro, e nel caso questa si verifichi otterranno un profitto dall’investimento, mentre in caso contrario perderebbero del denaro.
Si tratta di un cane che si morde la coda, perché se gli stessi produttori investono sul futuro aumento del prezzo della loro produzione, viene facile comprendere quale sia la tendenza sul lungo termine.
Cinque consigli per “contenere” i costi del carburante
Nonostante alcuni sporadici episodi a giugno e luglio che hanno visto un calo dei prezzi di benzina e diesel anche in autostrada (l’ultima rilevazione interessante, in merito, è di fine luglio con un calo di 6 e 7 millesimi su benzina e diesel), l’iniziativa di trasparenza avviata dall’esecutivo Meloni per contenere i costi del carburante pare non aver ancora prodotto effetti positivi.
Vale la pena, quindi, armarsi di ingegno e cercare di adottare alcune accortezze per “proteggere le proprie tasche”.
- Rifornirsi prima di entrare in autostrada: può sembrare banale, ma vale la pena ricordarlo: è sempre utile fare rifornimento fuori dall’autostrada, anche perché un veicolo moderno a diesel è in grado di percorrere circa 800 e 900 chilometri con un pieno.
- Scegliere il self-service: la pigrizia, quando si tratta di rifornimento, non dovrebbe mai essere un “fattore guida”. Fare da soli aiuta a risparmiare circa il 4% sia su diesel che su benzina.
- Il “bianco” è il colore del risparmio: anche se in autostrada sono più rare, le stazioni “no logo” (dette anche “pompe bianche”) sono decisamente più convenienti. Ciò dipende dal fatto che esse non siano dipendenti dalle grandi multinazionali, e spesso si approvvigionano del carburante all’ingrosso.
- Uscire dall’autostrada per fare rifornimento: certo si perde un po’ di tempo, ma appena usciti dai caselli si possono incontrare sempre numerose stazioni di servizio in cui rifornirsi a un prezzo minore. Si tratta solo di essere disposti a impiegare qualche minuto in più.
- Utilizzare le app giuste: in termini di risparmio sul carburante, anche la tecnologia viene in nostro aiuto. Esistono infatti numerose app gratuite, sia per dispositivi iOS che Android, in grado di indicare con precisione le stazioni più economiche nelle vicinanze o in una determinata zona.
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