Quando il genio italiano incontra la perfezione tedesca: il legame tra Bruno Sacco e Mercedes-Benz

Bruno Sacco Mercedes

Oggi, all’età di 91 anni, Bruno Sacco può tranquillamente affermare di essere riuscito a riscrivere la storia della Casa di Stoccarda.

La sua non è stata un’impresa facile, ovvero essere riuscito a far incontrare due realtà culturali che hanno sempre primeggiato nel campo dell’ingegno umano ma che, nonostante la vicinanza fisica, nella storia hanno spesso rappresentato mondi molto distanti e a volte rivali: parliamo della Germania e dell’Italia.
Designer eclettico e geniale, Sacco è riuscito a tradurre la sua passione per le quattro ruote - presente in lui sin dalla giovane età - in un lavoro che ha portato delle innovazioni intramontabili nel mondo dell’automotive.
In questo articolo ripercorreremo la sua storia, soffermandoci ovviamente sul suo incontro con Mercedes e sui modelli più iconici che da esso hanno preso vita.

Quando e come nascono le auto decappottabili?

Bruno Sacco nasce a Udine nel 1933 e sin dalla più giovane età porta in sé una forte passione per il mondo delle auto.

A seguito degli studi in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino, si delinea in lui una forte propensione per il mondo del design che si concretizza da subito in una visione ben chiara di cosa rappresentino per Sacco le automobili: la meccanica è importante, certo, ma ciò che fa passare una vettura alla storia sono le linee seducenti, il fascino e lo stile.

Dopo aver lavorato alla Ghia - una celebre carrozzeria di Torino - e aver collaborato con la leggendaria Pininfarina, all’età di 25 anni decide di spostarsi in Germania a iniziare l’avventura più importante della sua vita: quella con la Casa di Stoccarda.

Ciò che lo convince a compiere “il grande salto” furono proprio le parole di Sergio Farina, che si espresse in maniera entusiastica nei confronti di Mercedes-Benz.

Così, quando nel 1958 arrivò la fatidica telefonata da parte dei lungimiranti vertici della Stella, il giovane Sacco non ci pensò due volte e si trasferì in Germania per entrare a far parte del team a capo del Centro Stile di Daimler-Benz.

 Bruno Sacco designer Mercedes” W113

Le due linee di Sacco: omogeneità orizzontale e affinità verticale

Il rigore e l’operosità che da sempre caratterizzano la Casa di Stoccarda, sono solo apparentemente distanti dall’estro e dalla fantasia tutte italiane di Bruno Sacco.

In realtà, l’incontro tra queste caratteristiche si esprime in un sodalizio che durerà fino al 1999 e che darà vita ad alcuni dei modelli più iconici della Casa di Stoccarda.

Ciò che, senza ombra di dubbio, ha reso così prezioso l’apporto del designer italiano a Mercedes-Benz, è la sua capacità di incarnare un pensiero laterale che non si sovrappone alla mente schematica di un rigido dirigente aziendale, ma che invece è in grado di intercettare sapientemente il gusto delle persone.

Prima di ogni altro valore, Sacco ha perseguito la bellezza, intesa come unione equilibrata di tradizione, innovazione tecnologica e attenzione per le nuove tendenze estetiche. Lui l’ha definita “l’arte del design silenzioso”, riferendosi al fatto che la rinuncia alle mode forzate dovesse essere espressa attraverso uno stile senza tempo basato al contempo su un netto rifiuto di una soluzione formale permanente.

Ciò si esprime essenzialmente attraverso due linee di pensiero che, intersecandosi, hanno sempre caratterizzato la collaborazione del designer italiano con Mercedes-Benz: omogeneità orizzontale e affinità verticale.

La prima tende a preservare un “feeling” che caratterizza tutte le vetture di una gamma in un determinato periodo, mentre la seconda tende sempre a “compiere un passo in più” verso la modernità in ogni nuovo modello, senza però distanziarsi così tanto dal suo predecessore da farlo sembrare vecchio.

Attraverso questo approccio inconfondibile, tutt’oggi si riconosce a Bruno Sacco la capacità di aver spinto l’immagine della Stella verso il domani, attraverso una freschezza e un’attitudine avanguardista senza pari.

 Mercedes SL “Pagoda” W113

La matita di Sacco traccia le linee più celebri di Mercedes-Benz

Prima di divenire responsabile del design di Mercedes-Benz, Bruno Sacco ha dovuto sgomitare parecchio e “farsi notare”.

Le sue prime collaborazioni importanti, infatti, risalgono all’inizio degli anni ’60 con la leggendaria Mercedes SL “Pagoda” 113 (declinata poi nelle varianti coupé W113 e roadster R113) e con la Mercedes 600, l’iconica berlina di lusso del marchio tedesco.

Da quel momento, il segno della matita di sacco si fa sempre più calcato fino a quando, nel 1975, viene nominato al ruolo di responsabile dello Stile della Casa di Stoccarda (posizione che non abbandonerà fino al suo pensionamento nel 1999).

 Mercedes SL

I modelli Mercedes più celebri a cura di Sacco

Negli anni, sono stati numerosi i modelli frutto del genio di Bruno Sacco, tra i quali ricordiamo:

Mercedes 190: prodotta a partire dal 1982 in ben 1.879.629 esemplari, si tratta del modello che rese più orgoglioso Sacco in quanto, parole sue, “rappresentò qualcosa di nuovo”.

Mercedes Classe A: prodotta nel 1997, si trattò di un progetto non facile per la Stella essendo il primo modello a trazione anteriore. Fu un successo, testimoniato anche dalla massiva produzione: 1,1 milioni di esemplari.

Mercedes SL: è il modello che Sacco preferisce sotto il profilo della “linea nuda e cruda”. La vettura entra in produzione nel 1989, e oggi è possibile apprezzarla in veste di supercar nella sua versione AMG.

Mercedes Classe S: si tratta, forse, della “vettura simbolo” firmata da Bruno Sacco, perché la prima nata sotto la sua totale responsabilità. Questa fantastica berlina stata prodotta nel 1979 e oggi è possibile guidarla in una fantastica versione ancora più moderna ed esclusiva.

Mercedes Classe C: uno degli ultimi progetti a cui Sacco lavora, è quello della Classe C W203, forse una delle versioni meglio riuscite di questo modello. La vettura debutta nel 2000 e si impone subito per una forma inedita dei fari anteriori, poi ripresa dalla CLK. Oggi, l’eleganza di questa berlina è rimasta immutata, in un restyling che si impone per il suo impatto inconfondibile.

Mercedes Classe E: in vendita dal 1996, la serie 210 è stata declinata nella versione berlina (W210) e station wagon S (210), mentre la coupé e la cabriolet sono disponibili come CLK. Questa storica generazione di vetture si contraddistingue per un elemento su tutti: i quattro proiettori anteriori. Nel 2023 è stata prodotta una nuova Classe E Berlina che ha rinnovato gli intenti delle prime produzioni: affrontare le sfide di ogni giorno, col massimo dello stile.

Mercedes Classe E Cabriolet: oggi, questo modello si può apprezzare in una versione ancora più grintosa dove spiccano sportività ed eleganza esclusiva. Quando uscì, nel 1991, si presentava come la declinazione scoperta della berlinetta C124.

MMC Smart: nonostante non porti il marchio caratteristico della Stella, questa vettura è stata prodotta sotto la direzione stilistica di Bruno Sacco e vanta alcuni degli stilemi tipici della Casa di Stoccarda: uno su tutti, la forma dei proiettori anteriori ripresi anche nelle versioni successive, e, oggi leggermente modificati nella Smart EQ fortwo.

Classe G: poche parole vanno spese su questo iconico modello che dal 1979 è la regina indiscussa dell’off-road, oltre a diventare una delle più celebri papamobili. Oggi la Classe G, pur rinnovando il suo design e potenziando le sue prestazioni, ha conservato il carattere distintivo della sua prima versione.

Scopri i migliori modelli Mercedes-Benz da Trivellato

Come abbiamo visto, il genio di Bruno Sacco è giunto fino ad oggi, influenzando anche il design dei più recenti modelli firmati Mercedes e AMG.

Oltre a quelle già citate in questo articolo, vi ricordiamo che se volete toccare con mano le migliori vetture della Casa di Stoccarda, potete farlo da Trivellato, uno dei top dealers Mercedes-Benz e unico AMG Performance Center veneto.

Se la bellezza non può lasciare indifferenti, è altrettanto vero che essa necessiti dei luoghi adatti in cui esprimersi: vi aspettiamo da Trivellato!

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